Poésie en musique - chapitre 7
Chapitre 7
Dante, la Vita Nuova et la Divine Comédie : les apparitions de Béatrice
Béatrice et Dante
Beatrice a neuf ans quand elle apparaît à Dante pour la première fois (Vita Nuova, II), elle lui est contemporaine. Dès la première fois, elle apparaît donc au
chiffre 9, qui indique son rôle divin : « Donc si le 3 est facteur en lui-même du 9, et si le facteur en lui-même des miracles est 3, c’est-à-dire Père et Fils et Saint-
Esprit, qui sont 3 et 1, cette femme fut accompagnée par ce nombre 9 por donner à entendre qu’elle était un 9, c’est-à-dire un miracle dont la racine, celle du
miracle, est seulement l’admirable trinité ». Etquand elle apparaît elle est vêtue de rouge, couleur très noble : Dante utilise plusieurs fois le verbe « apparaître »
(« apparire »), habituellement employé pour une apparition divine. La seconde fois ella apparaît neuf ans après la
première à la neuvième heure du jour, elle est vêtue de blanc et elle le salue « gentilmente » (noblement) : à ce
moment le « salus » latin est en même le « salut » physique et le « salut » spirituel (la « salvezza »), ce salut
signifie donc que Béatrice est médiatrice de grâce divineet donnera à Dante la « béatitude » éternelle. Nous
trouvons de nouveau le lien entre amour et noblesse d’âme (voir le chapitre sur le Dolce Stil Nuovo).
Après, Dante, s’étant retiré dans sa chambre, fait un rêve où il voit Béatrice nue dans un drap rouge, dans les bras
d’un ange : comme il l’explique, l’amour pour Béatrice lui prend tout le corps, cerveau, cœur et foie. Béatrice est
une apparition divine, mais elle est en même temps la femme désirée physiquement par le poète. Son cœur est
dévoré par la femme, tandis qu’elle est emportée au ciel par l’Ange divin. Cela révèle son futur parcours jusqu’à la
vision de Dieu grâce à l’aide de Béatrice dans la Divine Comédie.
Henry Holiday, Dante rencontre Béatrice, Liverpool, 1883.
Trois couleurs : le blanc = la foi ; le vert = l’espérance ; le rouge = la charité, les trois vertus théologales. Elles
deviendront les couleurs du drapeau italien, vert comme les pré italiens, blanc comme la neige italienne, rouge
comme le sang des italiens !
Dans le Purgatoire, nous sommes en 1300 et Béatrice était morte en 1290, mais à son apparition, le sang de Dante recommence à trembler (la « dramma » est
une ancienne monnaie grecque la drachme = un petit poids), comme Didon tremblait dans l’Énéide en parlant d’Énée à sa sœur : amour, désir physique. Le
nom de Virgile est alors répété trois fois. Mais il ne peut dépasser cette limite (il était damné parce qu’il n’avait pas connu le Christ). Et Béatrice reproche alors à
Dante ‘avoir cherché le bonheur en d’autres femmes au lieu de comprendre que le seul vrai bonheur était d’arriver au Paradis. Alors en se regardant dans le
Léthé, Dante éprouve de la honte, et Béatrice, après l’intervention des Anges qui la rappellent par un chant à plus de miséricorde, va lui faire commencer un
autre voyage jusqu’à la vision finale du visage du Christ, visage humain au centre d’un triple cercle de lumière. Dante signe ici son œuvre en citant son nom et
celui de Béatrice.
Beatrice e Dante
Béatrice guide Dante, Miniature Venise, Bibliothèque Srt Marc, XIVe s.
Beatrice ha nove anni quando appare a Dante per la prima volta (Vita Nova, II), contemporanea di Dante. È dunque dalla prima
volta dal numero nove, che indica il suo ruolo divino : « Dunque se lo tre è fattore in se medesimo del nove, e lo fattore per se
medesimo de li miracoli è tre, cioè Padre e Figlio e Spirito Santo, li quali sono tre e uno, questa donna fue accompagnata da
questo numero del nove a dare ad intendere ch’ella era un nove, cioè un miracolo, la cui radice, cioè del miracolo, è solamente
la mirabile trinitade ». E quando appare, è vestita di rosso, colore nobilissimo : Dante usa parecchie volte il verbo « apparire »,
di solito usato per un’apparizione divina. La seconda volta appare a Dante nove anni dopo la prima, alla nona ora del giorno, è
vestita di bianco e lo saluta « gentilmente » : ora il « salus » latino è insieme « saluto » e « salvezza », significa di nuovo che
Beatrice è mediatrice di grazia divina e darà a Dante la « beatitudine » eterna. Troviamo di nuovo il legame tra amore e
gentilezza (Cf. la poesia del Dolce Stil Nuovo).
Dopo, Dante, ritiratosi nella sua camera, fa un sogno in cui vede Beatrice nuda in un drappo rosso, nelle braccia di un Angelo :
come spiega, l’amore per Beatrice gli prende tutto il corpo, cervello, cuore e fegato. Beatrice è un’apparizione divina, ma è
insieme donna desiderata fisicamente dal poeta. Il suo cuore è divorato dalla donna, mentre è portata in cielo dall’Angelo divino.
Ciò svela il suo futuro percorso fino alla visione di Dio grazie all’aiuto di Beatrice nella Divina Commedia.
Tre colori : il bianco = la fede ; il verde = la speranza, il rosso = la carità, le tre virtù teologali. Diventeranno i colori della
bandiera italiana, verde come i prati italiani, bianca come la neve italiana, rossa come il sangue degli italiani !
Nel Purgatorio, siamo nel 1300 e Beatrice era morta dal 1290, ma alla sua apparizione, il suo sangue ricomincia a tremare (la
dramma = antica moneta greca = la drachme un piccolo peso), come Didone tremava nell’Eneide parlando di Enea a sua sorella : amore, desiderio fisico. Il
nome di Virgilio è allora ripetuto tre volte. Ma non può oltrepassare quel limite (era dannato perchè non aveva conosciuto Cristo). E Beatrice rimprovera allora a
Dante di aver cercato la felicità in altre donne invece di capire che l’unica vera felicità era nell’arrivare al Paradiso. Allora guardandosi nel Letè, Dante prova
vergogna, e Beatrice, dopo l’intervento degli angeli che la richiamano con un canto a più misericordia, gli fa allora
cominciare un altro viaggio fino alla finale visione del viso di Cristo, viso umano nel centro di un triplice cerchio di luce.
Dante firma qui la sua opera citando il suo nome e quello di Beatrice
Nel Purgatorio, siamo nel 1300 e Beatrice era morta dal 1290, ma alla sua apparizione, il suo sangue ricomincia a tremare
(la dramma = antica moneta greca = la drachme un piccolo peso), come Didone tremava nell’Eneide parlando di Enea a
sua sorella : amore, desiderio fisico. Il nome di Virgilio è allora ripetuto tre volte. Ma non può oltrepassare quel limite (era
dannato perchè non aveva conosciuto Cristo). E Beatrice rimprovera allora a Dante di aver cercato la felicità in altre
donne invece di capire che l’unica vera felicità era nell’arrivare al Paradiso. Allora guardandosi nel Letè, Dante prova
vergogna, e Beatrice, dopo l’intervento degli angeli che la richiamano con un canto a più misericordia, gli fa allora
cominciare un altro viaggio fino alla finale visione del viso di Cristo, viso umano nel centro di un triplice cerchio di luce.
Dante firma qui la sua opera citando il suo nome e quello di Beatrice.
Voir aussi le sonnet « Tanto gentile e tanto onesta »
dans le chapitre sur le Dolce Stil Nuovo et le chapitre sur Dante dans Vingt-deux portraits d’une autre Italie.
Gustave Doré, Apparition de Béatrice, Purgatoire, Chant XX
(Voir aussi le sonnet « Tanto gentile e tanto onesta » dans le chapitre 4)
La première rencontre, ils ont neuf ans.
Apparve vestita di nobilissimo colore umile ed onesto sanguigno,
cinta ed ornata a la guisa che a la sua giovanissima età si
convenia. In questo punto dico veramente che lo spirito della vita,
lo quale dimora ne la segretissima camera de lo cuore, cominciò
a tremare si fortemente, che apparìa ne li menimi polsi
orribilmente ; e tremando disse queste parole : « Ecco deus
fortior me, qui veniens dominabitur michi ». In quello punto, lo
spirito naturale, lo quale dimora ne l’alta camera ne la quale tutti
gli spiriti sensitivi portano le loro percezioni, si cominciò a
maravigliare molto,, e parlando spezialmente a li spiriti del viso, si
disse queste parole : « Apparuit iam beatitudo vestra ». In
quello punto, lo spirito naturale, lo quale dimora in quella parteove
si ministra lo nutrimento, cominciò a piangere, e piangendo disse
queste parole : « Heu miser, quia frequenter impeditus era
deinceps ».D’allora innanzidico che Amore segnoreffiò la mia
anima, la quale fu sì tosto a lui disponsata, e cominciò a prendere
sopra me tanta sicurtade e tanta signorìa, per la virtù che li dava
la mia imaginazioneche me convenìa fare tutti li suoi piaceri
compiutamente. Ella mi comandava molte volte che io cercasse
per vedere questa angiola giovanissima, onde io ne la mia
puerizia molte volte l’andai cercando, e vedealadi sì nobili e
laudabili portamenti che certo di lei si poteva dire quella parola
del poeta Omero : Ella non parea figlia d’uomo mortale ma di
Dea » (Vita Nuova, II).
La seconde rencontre, ils ont dix-huit ans.
Poi che furono passati tanti die, che appunto erano compiuti i
nove anni appresso l’apparimento soprascritto di questa
gentilissima, ne l’ultimo di questi die avvenneche questa mirabile
donna apparve a me, vestita di colore bianchissimo, in mezzo di
due gentili donne, le queli erano di più lunga etade ; e passando
per una via, volse li occhi verso quella parte ov’io era molto
paurose, e per la sua ineffabile cortesia, la quale è oggi meritata
nel grande secolo, mi salutoe molto virtuosamente, tanto che mi
parve allora vedere tutti i termini de la beatitudine. L’ora che lo
suo dolcissimo salutare mi giunse, era nona di quello giorno ;
però che quella fu la prima volta che le sue parole si mossero per
venire a li miei orecchi, presi tanta dolcezza, che, come inebriato
mi partio da le genti, e ricorsi a lo solingo luogo d’una mia
camera, e puosimi a pensare di questa cortesissima
(Vita Nuova, III).
Al Purgatorio, Dante ritrova Beatrice
Io vidi già nel cominciar del giorno
la parte orïental tutta rosata,
e l’altro ciel di bel sereno addorno ;
e la faccia del sol nascere ombrata,
sì che per temperanza di vapori
l’occhio la sostenea lunga fïata :
così dentro una nuvola di fiori
che da le mani angeliche saliva
e ricadeva in giù dentro e di fori,
sovra candido vel cinta d’uliva
donna m’apparve, sotto verde manto,
vestita di color di fiamma viva.
E lo spirito mio, che già cotanto
tempo era stato che alla sua presenza
non era di stupor tremando affranto,
sanza degli occhi aver più conoscenza,
per occulta virtù che da lei mosse,
d’antico amor sentì la gran potenza.
Tosto che nella vista mi percosse
l’alta virtù che già m’avea trafitto
prima ch’io fuor di puerizia fosse,
volsimi alla sinistra col rispitto
col quale il fantolin corre alla mamma,
quando ha paura e quando egli è afflitto,
per dicere a Virgilio : ‘Men che dramma
di sangue m’è rimaso, che non tremi ;
conosco i segni dell’antica fiamma !’ ;
Ma Virgilio n’avea lasciati scemi
di sè, Virgilio, dolcissimo padre,
Virgilio, a cui per mia salute die’ mi ; » (…)
« Guardaci ben ! Ben son, ben son Beatrice.
Come degnasti d’accedere al monte ?
Non sapei tu che qui è l’uomo felice ? »
Li occhi mi cadder giù nel chiaro fonte ;
ma veggendomi in esso, i trassi a l’erba,
tanta vergogna mi gravò la fronte.
(Purgatoire, XXX, vv. 22-51 et 73-79)
Elle apparut vêtue de très noble couleur, d’un rouge sang
humble et honnête, ceinte et parée en la manière qui
convenait à son très jeune âge. À ce point je dis
véritablement que l’esprit de la vie, qui demeure dans la
plus secrète chambre du c?ur, commença à trembler si
fortement qu’il se faisait sentir terriblement dans les plus
petites veines ; et en tremblant il dit ceci : « Voici un
dieu plus fort que moi qui vient pour être mon maître ». À
ce point, l’esprit animal, qui demeure dans la haute
chambre dans laquelle tous les esprits sensitifs portent
leurs perceptions, commença à s’émerveiller beaucoup,
et parlant spécialement aux esprits de la vue, il dit ces
mots : « Maintenant est apparue votre béatitude ». À ce
point, l’esprit naturel, qui demeur dans cette partie où
s’opère notre nutrition, commença à pleurer, et en
pleurant il dit ces mots : « Hélas ! Malheureux que je
suis, car souvent désormais je serai empêché ». Depuis
lors je dis que l’Amoir gouverna mon âme qui lui fut
aussitôt mariée, et il commença à prendre sur moi telle
assurance et telle seigneurie, par la force que lui donnait
mon imagination, qu’il me fallut complètement faire toutes
ses volontés. Il me commandait maintes fois que je
cherchasse à voir cette ange toute jeune, c’est pourquoi
dans mon enfance je la cherchai très souvent etje voyais
qu’elle avait des façons si nobles et si louables qu’on
pouvait certainement dire d’elle ces paroles du poète
Homère : Elle ne paraissait pas fille d’homme mortel
mais de Déesse.
Après que furent passés tant de jours qu’étaient
accomplis exactement neuf ans après l’apparition ci-
dessus de cette très noble dame, dans le dernier de ces
jours, il arriva que cette admirable dame m’apparut, vêtue
de couleur très blanche, entre deux nobles dames d’un
âge plus avancé, et passant dans une rue, elle tourna les
yeux vers le côté où je me trouvais, tout craintif, et par
son ineffable courtoisie, qui est aujourd’hui récompensée
dans le grand siècle, elle me salua d’une manière très
vertueuse,si bien qu’il me sembla alors voir toutes les
limites de la béatitude. L’heure où m’arriva son très doux
salut était assurément la neuvième de ce jour ; et parce
que ce fut la première fois que ses paroles s’exprimèrent
pour venir à mes oreilles, je fus pris de tant de douceur
que, comme enivré, je me retirai du monde et recourus à
la solitude d’une de mes chambres, et je me mis à
penser à cette très courtoise dame.
Au Purgatoire, Dante retrouve Béatrice
J’ai déjà vu au début du jour
la partie orientale du ciel toute rose
et l’autre côté orné de bel azur,
et la face du ciel naître ombrée
si bien tempérée par les vapeurs,
que l’ œil pouvait en soutenir longtemps l’éclat
:
ainsi dans un nuage de fleurs
qui montait des mains angéliques
et retombait dans le char et à l’extérieur,
couronnée d’olivier sur un voile blanc
une dame m’apparut, sous un vert manteau,
vêtue d’une couleur de flamme vive.
Et mon esprit, qui déjà si longtemps
était resté sans être de sa présence
accablé de stupeur et tremblant,
sans avoir plus de connaissance par les yeux,
par la vertu occulte qui émana d’elle,
sentit la grande puissance d’un ancien amour.
Dès que me frappa dans les yeux
la haute vertu qui déjà m’avait transpercé
avant que je fusse hors de l’enfance,
je me tournai vers ma gauche avec la confiance
avec laquelle le petit enfant court vers sa maman
quand il a peur ou qu’il est affligé,
pour dire à Virgile : « Moins d’une once de sang
m’est restée qui ne tremble ;
je reconnais les signes de l’ancienne flamme ! » ;
mais Virgile nous avait laissés privés
de sa présence, Virgile, très doux père,
Virgile, auquel, pour mon salut, je me donnai ; » (…)
« Regarde-nous bien ! Je suis bien, je suis bien Béatrice
Comment as-tu daigné accéder au mont ?
Ne savais-tu pas qu’ici est l’homme heureux ? »
Mes yeux tombèrent dans la claire fontaine
mais en me voyant en elle, je les ramenai sur l’herbe
tant la honte pesa sur mon front